(dal sito www.ritornoabattipaglia.it) La storia di Battipaglia è una storia recente ma è contraddistinta da eventi che l’hanno segnata, spesso dolorosamente, a partire dalla sua stessa nascita, prima new town nata durante il turbolento passaggio dal Regno delle due Sicilie allo Stato Unitario.
Non passano 10 anni dal devastante sbarco alleato che Battipaglia vive un nuovo clamoroso episodio della sua vita, la notte del 20 gennaio 1953 il sindaco Lorenzo Rago scompare, non se ne saprà mai più nulla. L’industriale, politico socialista (qui il ricordo di Gege Colliani), svanisce nel nulla lungo il tragitto verso casa, visto per l’ultima volta da conoscenti a un passaggio a livello. Nel video che segue, estratto dal documentario, alcune scene su quell’ultima notte intervallate dall’esibizione della Corale Mutterle
Rago è il quarto sindaco di Battipaglia, dopo Primo Baratta, Licio Petrone e Renato Montcharmont, la sua scomparsa ha tutti gli ingredienti del più intricato noir e presto diventa un caso nazionale, anzi contribuisce significativamente all’esplosione dell’interesse per la “cronaca nera” nel nostro Paese insieme a un altro caso che esploderà ancor più fragoroso nell’aprile dello stesso anno, il ritrovamento del cadavere della giovane Wilma Montesi sulla spiaggia di Capocotta. Precedentemente solo il caso di Rina Fort aveva suscitato tanto interesse.
Le vendite dei giornali crescono per l’interesse nei confonti di questi due casi che mescolano, soldi, politica, belle donne e servizi segreti. Ovviamente il caso Montesi ha un risalto maggiore, visto il coinvolgimento di un personaggio politico come Piccioni, aspirante segretario della Democrazia Cristiana, ma anche il caso Rago appassiona per anni gli italiani, tant’è vero che ancora recentemente gli sono stati dedicati un libro da Massimiliano Amato e recentemente un cortometraggio da Nicola Acunzo.
L’assoluta mancanza di indizi scatena un susseguirsi di eventi di cui si può cogliere traccia facendo una semplice ricerca negli archivi on line di giornali come La Stampa, o leggendo l’ articolo del Prof. De Luna, storico illustre che sul caso specifico attinge ai ricordi familiari.
Si costruisce così nel tempo una lunga trama, fitta di personaggi, molti dei quali transitano alternativamente dalla prigione, imbrigliati dalle divergenti indagini di Polizia e Carabinieri.
A partire dalla moglie, al fratello al socio, all’autista e all’amante, il cui arresto viene pittorescamente descritto da questo articolo de La Stampa il 25 febbraio “E’ stata fermata la Melucci che nonostante il candido nome (Immacolata, ma non troppo dicono a Battipaglia) il tenente colonnello Barbato ritiene sia a conoscenza di parecchie cose“. Il commendatore Gambardella (il socio) arrestato,scoprirà a sue spese che il cerchio “s’é strignute assai!” (da un saggio di Oreste Mottola).
Per incastrare il fratello Fiorentino i carabinieri ricorrono all’aiuto “dell’altro potere”, la camorra, attraverso un personaggio di spicco quale Vittorio Nappi, “O Sturente”. Nappi è una figura singolare, di buona famiglia diventa “guappo” ma durante l’operazione Avalanche da vita a Scafati a uno dei primi episodi di resistenza nel sud d’Italia. Si finge un ricatto ma il l’espediente fa cilecca.
Nappi non è l’unico camorrista coinvolto, si parlerà di Lucky Luciano, rilasciato dagli Stati Uniti per presunti aiuti proprio in preparazione delle sbarco e che per lo stesso motivo sarebbe stato lasciato libero di fare affari con il contrabbando nel Napoletano e nel Salernitano. Un altro presunto contrabbandiere viene coinvolto nelle indagini, il famoso Pascalone e’ Nola, antagonista di Lucky Luciano e famoso per un presunto schiaffo a quest’ultimo, Pascalone uscirà di scena solo due anni dopo, nell’agosto del 55, travolto però dal piombo di un sicario. Il giorno dopo comincia il romanzo della vita della moglie, Pupetta Maresca che, incinta di sei mesi, vendica il marito uccidendone il killer.
Non può mancare nella storia il millantatore, ovvero un’altro personaggio della Camorra, Gennaro Abbatemaggio che cercherà fama e soldi annunciando clamorose rivelazioni sia sul caso Rago che su Wilma Montesi. Abbatemaggio non era nuovo a questi scoop, a soli 23 anni era stato pentito di camorra nel primo maxi processo, il famoso processo Cuocolo ma nel 24 aveva parlato anche del delitto Matteotti.
Ma i personaggi strani del caso Rago non solo camorristi, arriva per le indagini a Battipaglia Ettore Messana, Ispettore Generale di P.S. un personaggio di altissimo profilo, forse troppo per il caso in questione. Messana è un personaggio particolare, questore a Lubiana sotto il fascismo si applica ferocemente alla guerra ai comunisti e all’italianizzazione della Slovenia, tanto da essere inserito da una commissione delle Nazioni Unite in un elenco di criminali di guerra. Ma nel dopoguerra anzicchè essere messo sotto processo diventa ispettore generale in Sicilia, un’altro luogo dove gli Alleati si dice debbano restituire qualche favore alla mafia. Sono gli anni degli indipendentisti, di Salvatore Giuliano e di Portella della Ginestra. Messana frequenta Fra Diavolo e la sua attività viene contestata nel 1954 in molti dibattiti al Senato della Repubblica. Con lui c’è Rosario Barranco, accusato di crimini di guerra a Nizza dai francesi ma nominato dagli italiani capo della mobile di Roma.
La galleria dei personaggi include anche un presunto testimone, un pastore la cui versione non convinse molti (lo vide andar via con due uomini), il custode del cimitero di Montecorvino (anche lui sparito) nel quale le forze dell’ordine avevano ricercato il cadavere “Come si ricorderà a seguito di un sogno della signorina Rossi di Montecorvino la polizia fece delle ricerche alla presenza del custode Filippone. L’esito fu negativo ma la polizia vi tornò altre due volte” (La Stampa 20 marzo 1953). Tal Giulio Mercadante dall’Argentina fece arrivare una lettera rassicurante dall’Argentina mentre a Genova fu addirittura trovata la classica bottiglia con messaggio ma sono tante le notizie che si accavallano negli anni successivi.
La conclusione è però che per la scomparsa di Lorenzo Rago mai fu scoperto cosa accadde realmente, lui o il suo cadavere non fu mai ritrovato, non fu mai individuata alcuna responsabilità, ne alcun processo mai istruito, “desaparecido” come nel titolo del libro.